RAPPORTO SVIMEZ E SISTEMA BASILICATA
Posted by admin on 18 ottobre 2013
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Anche quest’anno ascoltato il rapporto Svimez, assistiamo alla corsa al muro del pianto da parte di qualche politico e suoi fiancheggiatori. Ma ovviamente le lacrime versate sono quelli del coccodrillo. Essi tentano così, di mettere a posto la lo coscienza, evidentemente sporca e incantare ancora, i loro sostenitori creduloni e gonzi. Ho letto i commenti di qualche sindaco che sembra un maestrino, fa le note , si lui fa le note alle Ferrovie dello Stato, ma i treni continuano ad arrivare in ritardo e diventano sempre più rari. Ora osserva sbigottito i dati del Mezzogiorno, non di quello che amministra lui che è il capoluogo o città regione, come lui la chiamarla. Parla come se lui non avesse alcuna responsabilità. Lo stesso dicasi per un dirigente sindacale che pure qualche responsabilità ce l’ha. I sindacati dovrebbero essere la spina nel fianco di chi governa, invece scimiottano i politici sino a quando prendono il loro posto.
Ecco un altro male della nostra cosiddetta classe dirigente, è autoreferenziale e, quando emerge la realta concreta e lampante, alibizzano,trovano l’alibi o trasferisco ad altri indefiniti, le responsabilità dei fallimenti.
Nessuno che indichi o attui una terapia, neanche ora che si stanno avvicinando le elezioni regionali. Nessuno che faccia programmi o coinvolga la parte migliore della società. Si punta sui mediocri utili, che sgomitano per essere candidati, senza arte ne parte e, quindi, sperano di farsele attraverso la carica. Per questa forte motivazione la rincorrono con determinazione scorretta e scoordinata. E’ chiaro che con questi metodi, le persone capaci e per bene non hanno la spregiudicatezza di farsi avanti, evitando di convivere con tale sistema perverso.
Forse c’è la speranza di cambiamento in qualche candidato con possibilità di successo, appoggiato dai cittadini che hanno determinato lo sparigliamento delle carte del vecchio apparato. Speriamo lo facciano vincere e lo facciano governare e, da parte sua confermi le premesse e le promesse. Deve avere gli attributi e utilizzartli, evitando di metterle sulle tagliole che sicuramente troverà sulla sua strada. Questa è la mia speranza e il mio augurio per questa nostra ricca e impoverita regione. L’ossimoro è una provocazione.
Tornando al rapporto, i numeri sono freddi ma parlano chiaro, dicono di una Basilicata con il Pil tra i più bassi del Mezzogiorno e l’occupazione ai minimi storici, oltre ad un impoverimento demografico, ugale a tempi passati da più di un secolo. Allora c’erano le guerre o il brigantaggio a ridurre la popolazione, oggi è l’emigrazione dei nostri giovani. Oggi essi vanno via a trovare lavoro e, se metteranno su famiglia, lo faranno altrove, contribuendo alla crescita demografica ed economica nella terra che li ha accolti. Di contro i giovani che rimangono qui, non avendo di che vivere loro non pensano per nulla, a mettere figli al mondo. La conseguenza è che in Basilicata ci sono più morti che nati. Saldo che, impoverito dall’esodo di cui sopra, ci serve il conto che Svimez ha certificato.
Destrutturazione, deindustrializzazione, calo demografico, desertificazione è lo scenario che una classe dirigente locale mediocre, ha costruito e ci lascia in eredità. Viene da ridere a sentire certi amministratori o rappresentani sindacali o datoriali che, pappagallescamente, ripetono la diagnosi fatta da Svimez, dolendosi come se la colpa fosse di altri e loro cadono dal pero.
Uno dei grandi mali di questa nostra Regione è che la classe dirigente ha perimetro quasi identico a quello politica. Intendo dire che anche le associazioni , certa imprenditoria e molti i movimenti, sono assoggettati ad essa mani e piedi, facendo a gara per entrare nelle sue grazie e ottenerne privilegi. Tutto gira con tatticuzze di corto respiro, non esistono strategie ampie e lunghe. Tant’è che se qualche iniziativa positiva emerge, oppure qualche imprenditore o manager opera con successo e autonomia, viene controllato, disturbato, condizionato, maltrattato, insomma gli viene creato un ambiente ostile sino allo sfinemento. Un successo, senza questa mediocre politica, sarebbe un cattivo esempio per il sistema perverso esistente qui da noi. Basta a dire aspettiamo e vediamo, bisogna agire cambiando pelle, a partire dal voto del 17 e 18 novembre prossimi.
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