IL PAESE BLOCCATO

Posted by admin on 26 novembre 2013

Da agosto di quest’anno il Paese, pur avendo ben altro a cui pensare, è bloccato sulla decadenza del senatore Berlusconi, dopo la condanna per il processo Mediaset – evasione fiscale- passata in giudicato. In un Paese normale non si sarebbe arrivati a questo punto, perchè molto prima ci sarebbero state le dimissioni spontanee e, ove non fossero arrivate, il partito le avrebbe chieste. Ma questa è la seconda anomalia, in questi partiti personali, i cui capi sono i padroni e fanno ciò che vogliono, chi oserebbe fare tali richieste al padre padrone?

Ma quello che oggi voglio evidenziare è che, spesso si fa riferimento alle storie, erotico-festaiole, del nostro ex capo di Governo. A coloro i quali ragionano la cosa non interessa minimamente, perchè pensano al Paese e ai bisogni di tutti gli italiani, io appartengo a questa categoria, di queste vicende sto lontano e sono disincantato, non soffro di tale morbosità. Mi duole invece, e molto, il danno fatto all’Italia da quest’uomo che, con le sue Tv e i suoi giornali, ha diffuso una cultura che ha sovvertito i Valori della nostra tradizione: meritocrazia, solidarietà, giustizia, rispetto delle regole, famiglia, senso dello Stato, lealtà, onestà, ecc. sono stati spazzati via e sostituiti dall’idolo danaro, dall’arrivismo a qualunque costo, dalla slealtà, dal linguaggio sguaiato e violento, dal fango buttato su chi non la pensa come loro, dalla disonestà intellettuale e praticata, ecc.

A prova ulteriore segnalo che persone di qualità, che pure ci sono in tale partito, come Martino, Scognamiglio, Frattini e altri, sono stati messi da parte perchè, evidentemente non sono idioti utili, mentre la fanno da padroni persone limitate e discutibili, dalle quali non comprerei un’auto usata. Costoro hanno governato col sotegno di tanti che, forse, non hanno ben valutato le mani e i cervelli a cui si affidava il Paese. Ed ecco dove ci troviamo ora, con questo tira e molla che blocca e condiziona chi dovrebbe e vorrebbe governarci, facendo ciò che serve ai giovani disoccupati, agli imprenditori seri, alle partite Iva e a tutti quelli a cui sta a cuore l’Italia.

Voglio concludere dichiarando che non sono comunista, non frequento lo statalismo ne’ la burocrazia smodata, sono un social-democratico-liberale che conosce e apprezza il liberalismo di Luigi Einaudi, di Giovanni Malagodi e, se preferite, di Adam Smith, mentre ripudio e detesto quel presunto liberalismo selvaggio che abbiamo sopportato in questi ultimi vent’anni.
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