SI METTE PRIMA IL PROPRIO A QUELLO DEL PAESE
Posted by admin on 27 novembre 2013
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Chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere, e in tanti ad ascoltarle e a crederci. Possibile che la ragione prende solo a gioco lungo?
La pausa impostami da una anticipata influenza, mi concede un po’ di tempo per osservare, riflettere e fare alcune considerazioni che pure spesso, mi è capitato di fare. Una in particolare ritengo di fare oggi, giornata lunga e decisiva, sperando che finisca presto e non se ne parli più, la decadenza di Berlusconi. Da vent’anni costui ha anteposto i “cavoletti” suoi a quelli dell’Italia, mentre lui e i suoi accoliti-sodali-dipendenti, sostenevano e sostengono, di farlo per il bene del Paese. In molti ci credevono e tanti ci credono ancora, nonostante l’evidenza di tutt’altra realtà.
Non è che gli altri abbiano fatto meglio, basta assistere allo spettacolo della sinistra che si divide su tutto, antemponendo gli interessi personali, seppure di tipo politico e non economico. A questo fine segnalo l’elezione mancata di Prodi o di Rodotà, alla Presidenza della Repubblica, oppure le divisioni profonde per l’elezioni del segretario PD; il logoramento dei cinquestellati, la doppiezza di Sel e del suo fondatore Vendola. Comunque se per la destra è Berlusconi il principale protagonista, per la sinistra questo ruolo, a mio sommesso avviso, spetta a Massimo D’Alema, per durata e insistenza, anche se spesso tira il sasso e nasconde la mano.
Ma ritornando alla odierna situazione è fatale ritornare a Berlusconi. Dalla sua discesa in politica sino a sette mesi fa quando volle il Governo di larghe intese. Tutto è stato deciso, programmato e fatto, secondo calcoli precisi che mettevano al centro i suoi problemi giudiziari o economici. E’ noto che la discesa in politica fu decisa perchè l’impero scricchiolava sia per via delle esposizioni bancarie che, per le prime avvisaglie di indagini giudiziarie.
Il Governo di larghe intese fu pensato e fatto perchè fosse l’arma per convincere il Capo dello Stato a concedere la Grazia e gli alleati a non votare la decadenza. Infatti ad aprile si presagiva la conferma della sentenza Mediaset, da parte della Corte Costituzionale, vista la strumentalità del ricorso da parte dei legali berlusconiani. Ora, così come in passato si continua a dare la colpa ai magistrati comunisti e alla sinistra cattiva e vendicativa. Si continua a buttare il termometro che ti dice che hai la febbre, come se la colpa fosse sua e non della causa che la febbre ha fatto venire. In altri termini non sono i reati commessi la causa delle condanne, ma sono i magistrati colpevoli che tali reati hanno verificato e, quindi puniti come previsto dalle leggi dello Stato.
Certo i suoi vassalli, Scilipoti, Razzi, Pelino, Rotondi ecc. ecc., continuano a difenderlo strenuamente perchè, senza di lui tornerebbero alle anonime attività, ove mai ne avessero una. Eppure ci sono molti che ancora credono alle chiacchiere.
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