SUD, STRUTTURA DA COLONIA
Posted by admin on 11 ottobre 2014
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Ieri sera, durante la presentazione del libro-inchiesta-denuncia “Sud tutta un’altra Storia” più ascoltavo l’autrice, Antonella Musitano, nella sua appassionata e documentatissima ricerca storica, più mi convincevo della profonda verità che il suo lavoro e le sue tesi fossero vere. Mi riferisco all’Italia di oggi, cioè alle conseguenze che l’unificazione fatta ha provocato al Sud, al Paese e anche all’Europa, se veramente la vogliamo unita in tutti i sensi.
Infatti le tesi che sviluppava davano lo stimolo alle mie riflessioni che spesso vado facendo e, qualche volta, le appunto sul primo pezzo di carta che mi capita in mano. Quindi consideravo che il Sud è stato programmato e strutturato come se gli unificatori, avessero previsto per esso, un ruolo di Colonia. Mi spiego, da Roma esclusa in giù non vi è una compagine televisiva visibile in tutto il Paese, così come non vi è un giornale distribuito e letto in tutta Italia. Ancora mancano le Case Editrici a distribuzione organizzata su tutto il territorio. La considerazione, facile facile, è che i creatori di opinione e di cultura sono tutti al nord, tranne qualche eccezione presente a Roma, vedi la RAI, dove però i vertici sono per lo più settentrionali. Conseguentemente il nord ci impone opinione e cultura attraverso gli strumenti audiovisivi e cartacei, secondo la convenienza di quella parte del Paese.
Stessa cosa per le grandi, e non solo, comunicazioni. Infatti Aeroporti, Porti, Ferrovie ad alta velocità, Autostrade a quattro-sei corsie, sono collocate a stragrande maggioranza da Roma in su, escludendo qualche volta Napoli. Mentre alcune Regioni meridionali non hanno che pochi e mal ridotte infrastrutture di comunicazioni, quando addirittura mancano proprio di Ferrovie decenti e Aeroporti. Vedi la disastrosa situazione di Basilicata, Calabria, Sicilia, Puglia con Molise e Abbruzzo. Anche in questo ambito ci è data limitata possibilità di scambi necessari per lo sviluppo economico e culturale. Identica situazione per le Comunicazioni via etere o fibra ottica, voce e dati hanno tempi lunghi di trasmissione, per tacere dei diffusi casi in cui manca addirittura il campo o la linea è quindi puoi crepare ma resti isolato.
Identica situazione se parliamo di Banche, Assicurazioni, Industrie Manifatturiere e Aziende della Grande Distribuzione. In tutti questi settori strategici, siamo completamente dipendenti dallo strapotere del settentrione del Paese, dove sono collocate le Sedi decisionali. Da notare che per tutti questi settori produttivi siamo mercato, con conseguente trasferimento di risorse al nord.
La situazione non cambia per Politica e Scuola. Negli ultimi trent’anni, tranne qualche breve pausa, non abbiamo avuto un Capo di Governo che fosse nato e vissuto a sud di Roma. Così possiamo dire per i Ministri degli Esteri e dell’Economia, tranne qualche sparuto e brevissimo caso.
Infine le Università, nonostante tante sedi universitarie s
situate nel Sud, quelle più dotate di risorse e, conseguentemente, più efficenti sono al nord. Di conseguenza molti nostri figli, per acquisire una preparazione che dia possibilità di sbocchi lavorativi, devono trasferirsi in sedi settentrionali, con conseguente arricchimento di quelle aree, per via del trasferimento di liquidità, necessaria per il mantenimento dei giovani i quali, finiti gli studi e gli ormai necessari Master, trovano lavoro in quelle aree e vi rimangono, arricchendole anche intellettualmente oltre che finanziariamente.
Ecco, con questa situazione serve urgentemente una inversione di tendenza che deve cominciare dalla selezione della classe dirigente politica, burocratica e imprenditoriale, capace di pensare una strategia di sviluppo autopropulsivo e realizzarla a tamburo battente.
Certo non con certe mezze calzette che ci hanno governato sin0 ad ora, in Regione, Province e Comuni. Costoro, con una gran faccia tosta si autoconservano e autotramandano, pur avendo perpetrato grandi disastri e grandi inefficenze ( ma spesso anche bassissima cucina), negli Enti che hanno governato, facendo spesso anche delle piccole e grandi ruberie. Si, sto pensando a qualche sindaco di capoluogo che, per aver lasciato il bilancio comunale con un buchettino di soli venticinque milioni, è stato premiato con la nomina a consigliere regionale e pure con la presidenza di una importante commissione (il minuscolo e un dovere). E penso pure ad un recente governatore di regione, dimissionario per piccole appropriazioni indebite, come quasi l’intero suo consiglio regionale, inquisito che, per premio è stato fatto sottosegretario a non so che, dell’attuale governo. E penso anhe a qualche presidente di ente sub regionale che, per piccole appropriazioni è inquisito e, bellamente, se ne resta lì e nessuno gli impone le opportune dimissioni. Non penso che con questa mediocrità si possa invertire la tendenza.
Allora diventa necessaria la prima inversione di tendenza. Essa riguarda noi tutti. Significa che dobbiamo cambiare noi diventando cittadini, svestendo i panni di sudditi che ci fanno cadere nella ragnatela dei piccoli favori, che alimenta il clientelismo dove si nutrono personaggi mediocri, per onestà e competenza.
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