NAPOLITANO SI E’ DIMESSO…
Posted by admin on 18 gennaio 2015
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Lo scorso Mercoledì Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica ha rassegnato le Sue dimissioni, dalla carica affidatagli e accettata per la seconda volta. La nostra Costituzione non esclude la rielezione ma neanche la prevede. Molti i commenti a favore e alcuni anche contro l’attività svolta, in questi nove anni di mandato. I detrattori, quasi tutti politici dell’opposizione, che però l’hanno prima pregato di restare e poi votato, a Larghissima maggioranza, per il secondo mandato, gli rimproverano alcune cose che, evidentemente non condividono, è il caso di dirlo, per partito preso. E’ il caso della Lega nord, del M5S, di SEL e di una componente di PDL-FI. A questo coro, si aggiungono commenti di cittadini che, ovviamente aderenti ai partiti di cui sopra, lasciano messaggi negativi sul Web, sull’ormai Presidente Emerito.
Io ritengo che questi cittadini lo facciano in maniera superficiale o, forse, perché i partiti in cui si riconoscono, esprimono valutazioni negative sull’operato di Napolitano. Se questi cittadini si soffermassero a valutare obiettivamente, e con cervello sgombro di condizionamenti ideologici, con qualche cognizione dei fatti che hanno caratterizzato l’attività svolta, probabilmente sarebbero più benevoli.
Provo a fare alcune di queste considerazioni, nella speranza di condurre a giudizi più aderenti alla realtà, questi cittadini.
Prima di tutto, Napolitano ha saputo tenere la barra dritta, in questa tempesta politico-economica che ha caratterizzato il lungo periodo, iniziato nel 2007 e che dura ancora adesso. Ha governato benissimo le crisi governative, che è stato costretto ad affrontare, dal Governo Berlusconi a quello di Monti e poi Letta e Renzi, nella turbolenza più disastrosa che poteva capitare. Con equilibrio e guardando l’interesse dell’Italia, ha preso decisioni, anche al limite, ma sempre nel rispetto della Carta Costituzionale. Ricordo agli smemorati o disattenti, la dichiarazione di fine 2011 quando lo spread sfiorava i 500 punti ed era stato appena varato il Governo Monti. A coloro che lo criticavano per aver nominato un non politico e non eletto dal Popolo. In questa circostanza, Lui disse chiaramente che nel giro di due mesi, sarebbero scaduti 40 miliardi di euro di titoli di Stato, e quindi debito pubblico, necessari per mandare avanti il Paese. Dare un governo serio e credibile era necessario per non andare in default come capitava alla Grecia. Quindi aggiungeva che il debito in scadenza nell’intero anno, era di oltre 100 miliardi di euro. Fare questa dichiarazione rassicurante dava stabilità e credibilità, oltre che dare agli investitori istituzionali, sicurezza fondamentale perché ci accordassero credito vitale in quel periodo.
Solo questo comportamento di chiamata alla responsabilità, merita l’assoluta stima nei confronti del ex Capo dello Stato. Se poi si aggiunge l’accettazione del secondo mandato, in un momento di massima caduta della credibilità della politica, che non era stata capace di votare un altro al Suo posto, dimostra quanto tenesse al bene del Paese. Lui, nonostante l’età e la precarietà della salute, si è sacrificato, accettando un mandato a tempo, come ebbe subito a dichiarare. Anche in questa circostanza lo spread era ancora alto e i titoli in scadenza ammontavano a diversi miliardi di euro. A chi critica il mercato e le speculazioni, ricordo che, piaccia o no, siamo in una economia di mercato globale e, o ci adeguiamo o moriamo.
Infine ricordo la sacralità con la quale ha trattato i problemi istituzionali, raccomandando le riforme necessarie per rilanciare il Paese, il continuo richiamo al controllo della spesa pubblica dando Egli stesso l’esempio, riducendo le spese del Quirinale, ovviamente nei limiti possibili. Spesso ha ripetuto, anche con durezza, la necessita’ di eliminare la corruzione e l’evasione fiscale, con fermi e perentori richiami alla Moralità perduta nella vita pubblica e non solo. Benissimo ha gestito la questione della presunta trattativa Stato-Mafia della quale Lui era fuori, ma ha salvaguardato le Istituzioni, con atti e dichiarazioni sobri e riservati, così come la Costituzione Gli permetteva.
Concludo facendo un richiamo a me stesso, ci sono tanti buoni esempi dell’Italia che funziona, adeguiamo i nostri comportamenti a questo che di positivo c’è, facendolo e raccontandolo, se veramente vogliamo concorrere ad uscire dal qualunquismo diffuso e dalla cattiveria imperante. dire male e facile e fa male dire il bene che c’è è bene e aiuta.
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