LA FORESTA PIETRIFICATA PRENDERÀ VITA
Posted by admin on 24 gennaio 2015
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Ecco che torna di attualità questo mio ragionamento fatto circa un anno addietro, quando fu varata la riforma della Banche Popolari dal Governo Renzi. Oggi, sabato 9 gennaio 2016, il quotidiano La Stampa ha riportato in un articolo, nell’ambito dei fallimenti di alcune banche, tutti gli scandali bancari, indicando la pietrificazione di alcuni Istituti e delle relative poltrone dei presidenti degli stessi.
So che è materia per specialisti ed io specialista non sono, almeno non sono nel senso che non insegno la materia ma, un po l’ho studiata e un pochino di più, l’ho vissuta e patita, per cui ritengo di parlare con qualche cognizione. Lascio la valutazione politica, che pure è rilevante, per il fatto di averci pensato e messo mano, con una riforma che tocca interessi importanti di lobby, altrettanto importanti. Mi riferisco al recente decreto di riforma delle Banche Popolari e al tentativo di eliminare il criterio di “voto capitario”: una testa un voto, prescindendo dal numero di azioni possedute.
La vicenda della Veneto Banca, di cui oggi ne parla tutta la stampa, unitamente al commissariamento della Popolare dell’Etruria, sono ulteriori prove dello strapotere e del controllo dell’azionariato da parte dei Vertici delle Popolari.
Sarà un bel vantaggio per tutti, se la riforma proposta dal Governo Renzi, passerà la strettoia del Parlamento, cosa assai difficoltosa, visto la vulnerabilità dei parlamentari, sensibili alle pressioni lobbistiche che si saranno già attivanti, mettendo in moto anche il fascino della “pecunia” di cui, ovviamente, le Banche hanno grande disponibilità. Ma se sarà trasformata in legge definitiva, ci saranno grandi vantaggi per la economia del Paese, considerato che le Popolari, toccate dalla riforma, sono tra le più importanti banche che operano in Italia.
Infatti, dover rivedere gli statuti di tali aziende di credito, nel senso di dare peso agli azionisti che impiegano maggiori capitali, sprigionerà tali e tante energie che sarà vitale per le banche stesse e, principalmente, sarà ancora più vitale, per la nostra economia. Il fatto che fino ad ora pochi decidevano la politica aziendale, ma non è la quantità il vincolo a cui m i riferisco, è invece la qualità di costoro.
Infatti la moltitudine di partecipanti alle Assemblee è, solitamente, condizionata dai dipendenti delle banche stesse i quali, d’accordo con i Vertici aziendali, decidono la Governance da eleggere che, poi, per lunghi anni si perpetua e conduce le danze. Ma vi figurate quale efficienza ha una azienda dove sono i dipendenti a determinare il Consiglio di amministrazione e, conseguentemente, i vertici operativi della stessa?
Ne scaturisce una alleanza perversa che blocca e distorce l’attività, i dipendenti condizionano le Assemblee e quindi impongono le loro condizioni alla Governance che fanno eleggere, la quale, per conservare il potere cede alle richieste, sempre perverse, appesantendo il conto economico e minando l’efficienza e l’efficacia della banca. Così da determinare una staticità operativa e quell’ immobilismo, appunto, che determina la cosiddetta “foresta di pietra” dove nulla si muove. Questa ventata di novità, se passerà, dimostrerà ancora una volta che, il nostro giovane Primo Ministro, sta facendo un buon lavoro che tende alla modernizzazione e competitività del nostro Paese.
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