IO VIVO QUI
Posted by admin on 16 agosto 2013
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Ho vissuto un terzo della mia vita tra Calabria, dove sono nato, Piemonte dove ho studiato e iniziato a lavorare, facendo lo studente lavoratore, e acquisendo molti modelli formativi, che mi sono tuttora utili. Infine ho concluso gli studi a Napoli dove, frattanto, mi sono trasferito per lavoro.
Gli altri due terzi della vita li vivo in Basilicata dove mi sono consolidato come uomo e come lavoratore autonomo. Qui ho scoperto una regione splendida per umanità, ambiente, clima e, anche, per qualche miseria umana, che avrei incontrato ovunque, forse, l’invidia. Essa denuncia la inferiorità di coloro che la nutrono, i quali vorrebbero avere o fare, le cose che hai o fai tu, ma non ci riescono. Quindi coltivano tale negativo sentimento e, quando possono, distruggono o ci provano a farlo.
Ma voglio parlare di cose positive: delle risorse che questa magnifica regione possiede e di come, secondo me, potrebbero essere messe a profitto. Questo dopo aver chiarito che, sia per età che per volontà e attitudini, non ho velleità personali, vorrei solo contribuire a formare una coscienza consapevole di dove siamo e dove potremmo andare con le nostre gambe, senza piatire nulla ma imponendo il nostro potere negoziale.
Le INFRASTRUTTURE. Da sempre, a mia memoria, esse sono al 4o% della media nazionale. quindi abbiamo un destrutturazione del 60%, nonostante abbiamo avuto, e continuiamo ad avere, considerevoli Fondi europei che non spendiamo o li spendiamo male. Si sarebbero potuto fare e, ancora siamo in tempo, per fare strade, ferrovie, porti turistici, il “famoso-annoso” aeroporto, sistema distributivo efficiente ed efficace di acqua, luce gas, telefonia fissa e mobile, con l’apporto della digitalizzazione per il trasferimento dei dati. senza tralasciare le Scuole a cominciare dagli asili-nido, Ospedali, migliorando le buone strutture esistenti, centri polifunzionali, per la socializzazione non solo giovanile, nelle aree periferiche. Insomma si deve modernizzare la Basilicata senza elemosine ma mettendo a reddito le proprie capacità e risorse.
L’ENERGIA. Qui rispondo subito a chi osserva che su alcune infrastrutture le amministrazioni locali non possono incidere. Avendo giacimenti di petrolio, gas, boschi, acqua, giovani, acculturati e non, senza lavoro; dei buoni negoziatori, ai tavoli delle trattative, avrebbero duvuto chiedere, e lo possono ancora fare, non solo congrue cointeressenze monetarie, ma anche imporre alle aziende statali e parastatali che gestiscono ferrovie, telefonie, infrastrutturazioni e impiatistica di vario genere, determinati interventi in cambio dell’ utilizzo delle nostre risorse. Così da ottenere liquidità per finanziare e cofinanziare le opere e, anche l’obbligo, a supportare la realizzazione delle stesse, laddove siano enti gestori controllati dallo Stato o di esso concessionarie. Non ci supportate? bene noi blocchiamo l’estrazione o l’erogazione o il taglio ecc. I negoziati funzionano così.
IL TURISMO. Con strade, ferrovie e treni, strumenti di comunicazione efficienti e strutture per l’accoglienza di buon livello, supportato da una buona politica di marketing coordinata ed efficace, curando la pulizia delle città, l’ efficienza dei servizi pibblici e privati, il turismo sarebbe la nostra prima industria per volumi di entrate. Valorizzando il patrimonio artistico e culturale, l’ambiente, l’enogastronomia, gli spettacoli e ogni attività attrattiva senza volgarizzazione nè violenza al territorio, ma con buona armonizzazione, tra tutte le componenti necessarie, alla buona riuscita dei piani annuali, da determinare per tempo, con visione ampia e lunga.
Non è un libro dei sogni ma sono sogni realizzabili attraverso fede, ardimento, onestà intellettuale e, quello che più conta, onestà praticata. Certo con un ceto politico capace e attento all’interesse generale, che abbia il fiato lungo e non attui “politicuzze”di respiro corto.
Bene, in questo periodo abbiamo una buona rappresentanza a livello nazionale, con uomini politici di buone capacità, non singoli individualità che bloccano la crescita di altri, ma diversi uomini con ruoli diversi, e postazioni da dove possono dare impulso a buoni risultati. Tutto ciò è possibile se si mettono da parte i campanilismi, i personalismi, gli egoismi, le invidie e il “primadonnismo” che tanto male sta facendo al Paese e anche alla nostra magnifica Basilicata. So bene che quest’ultima condizione è la più difficile da realizzare, ma come diceva Il Sommo: “qui si parrà la vostra nobilitate”.