• C’è un gran parlare se e come fare le primarie per indicare il candidato Premier oppure, è il caso della Basilicata, il Governatore. Non so se ciò serve a riempire le pagine dei quotidiani, in questi giorni ferragostani, o è veramente un argomento che attrae l’interesse dei lettori ed elettori.

  Io dico la mia, anche se non richiesta, senza fare un atto di arroganza in quanto so che c’è il mio unico lettore, che è pure elettore, il quale è curioso e vuole sapere come la penso in tema.

  Le primarie devono essere libere, nel senso che chi vuole può recarsi a votare, e anche libere per chi ritiene di candidarsi e ha le carte in regola.  E per regola non intendo solo le firme, intendo principalmente la competenza e la moralità. Due requisiti che si richiedono ai candidati del più semplice Consiglio di amministrazione di una qualunque Società privata e, a maggior ragione, sono condizioni essenziali per i candidati al governo della più piccola Istituzione Pubblica.

  I partiti, tutti i partiti, hanno il ruolo di organizzare e sostenere l’evento, magari appoggiare i candidati che ritengono, senza però designarli. La scelta la fanno gli elettori, sia in questa fase di scelta tra i candidati della stessa coalizione, sia nelle elezioni vere, tra candidato dei partiti concorrenti. Questa è l’essenza della Democrazia, perchè è il Cittadino a scegliere  chi lo deve governare, senza subire imposizioni al di fuori del proprio sentire e volere.

  Questa condizione libera tutti da quella “simbiosi perversa” dei voti di scambio e da quel deleterio e tacito accordo che fa diventere “i diritti favori e le pretese diritti”.

  Così facendo si supera la disputa tra capicorrenti, centrali e locali, di spartirsi i candidati, di candidare gli indagati, e ancora più si esce, da quel sovvertimento del pensiero di Carlo Max che, nel suo Capitale scriveva:”l’uomo è libero se è libero dal bisogno”.

  Molti nostri politici, locali e centrali, anche senza aver letto il Carlo, hanno sovvertito il  concetto marchisista volgarizzandolo: ” se l’uomo è libero dal bisogno non lo controlliamo e non ci chiede favori, quindi dobbiamo tenerlo nel bisogno per averlo sotto schiaffo”. E’ brutto ma è la cruda realtà.

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