PARTITI COME COSA LORO
Posted by admin on 31 agosto 2013
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Dichiarano che sono aperti alla società, ma si comportano costantemente come se i partiti e le Istituzioni, a cui candidano i loro adepti, fossero beni e valori personali dei capetti di turno. Questa filosofia vale al centro e in periferia, a Roma come a Potenza. E’ il modus operandi di tutti i partiti, nessuno escluso. Vecchi o nuovi che siano o si dichiarano.
Peraltro, quando si aprono alla società , lo fanno solo nell’ambito del loro perimetro, sia per scegliere candidati che manager, i quali devono rispondere sempre al capetto di turno. Per cui mai viene fatto un vero rinnovamento o, se preferite, una scelta di vera democrazia.
Quindi gli organigrammi vengono fatti a tavolino, tra i due o tre capicorrente, i quali tengono sotto schiaffo i prescelti e, quello che è peggio, tengono sotto stretto controllo il territorio e i cittadini. E questi, almeno un gran numero, ci stanno senza batter ciglio. Per loro non è giusto usare il termine cittadini. Quello più corretto è il termine di “sudditi”.
Ecco questo sta avvenendo in questi giorni in Italia dove un condannato, con sentenza definitiva, tiene tutti sotto schiaffo. Questo sta avvenendo In Basilicata, dove si va alle elezione anticipate, per una indagine che coinvolge tutto il Consiglio regionale, tranne due o tre. L’ipotes di reato è la più ripugnante, per chi svolge ruoli pubblici, e coinvolge sia il Presidente della Giunta, sia il Presidente del Consiglio (la maiuscola vale per l’Istituzione non per le “personcine per bene” indagate). Costoro pretendono di essere candidati o ricompense, pur essendo indagati.
Nella società civile, ma veramente civile, per molto meno, persone per bene e con incarichi privati, hanno lasciato per libera scelta, non sotto la pressione dell’opinione pubblica. E quando sono usciti dal tunnel, pilitissimi, senza nemmeno la richiesta di rinvio a giudizio, non hanno chiesto reincarichi o ricopense. Non vedo perchè ciò non avvenga per chi ricopre delicati incarichi pubblici e addirittura, ancora sotto indagine chiedono con insistenza, la ricandidatura. Questo non deve avvenire, se vogliamo ancora ritenerci un Paese veramente civile.
Qui in Basilicata cercano un accordo, sul candidato Governatore e per tutto l’organigramma delle candidature, senza definire uno straccio di programma e senza tener conto della gente, dei loro bisogni, dei bisogni del territorio e della onorabilità necessaria, visto che trattano anche la candidabilità degli indagati. No, si tiene conto dei bisogni personali, che sono carrieristici dei capetti seduti al tavolo. Non si candida chi va bene per realizzare i programmi necessari alla gente, si candida chi è utile alle ambizioni personali dei capetti. Facendo un esercizio miope dei ruoli che svolgono costoro. Non si rendono conto che questa politica di corto respiro non sviluppa niente. Crea malumori e astio tra loro stessi e noi paghiamo, sia in euro che per il malessere di un territorio allo sbando, causato dall’egoismo e dalla miopia di costoro.
Dove è finità la nobiltà della politica e lo spirito di servizio, indispensabile per assolverla con dignità?